Emanuela Annovazzi
Emanuela Annovazzi shows
Emanuela Annovazzi presenta una ricerca poetica spontanea e vivace, nella quale spicca la freschezza di un linguaggio che racconta i moti del suo animo in maniera istintiva e scevra da orpelli.
L’autrice, dotata di estrema sensibilità, è immersa nella consapevolezza che scrivere versi non astrae dal mondo ma che il poeta, per essere tale, non può che immergersi nella realtà ed essere lirico ponte, magico arcobaleno, tra due dimensioni: quella creativa e quella del contingente.
Tale coscienza la porta a leggere l’essenzialità, le priorità e la condizione dell’uomo attraverso la poesia che diviene testimonianza di sé e degli altri: conoscere e combattere le proprie fragilità, difendere e custodire le passioni, preservare e accarezzare con tenerezza i ricordi.
Con uno stile semplice e diretto le immagini si susseguono e narrano dell’importanza dei sogni e della sfera misteriosa e affascinante della meraviglia nascosta nel quotidiano e nelle piccole cose; della considerazione affidata all’ascolto e all’empatia, al loro valore e rarità; al riguardo e al rispetto riservato agli ultimi,
ai vinti, agli sconfitti, ormai invisibili agli occhi di molti.
Emanuela esamina il potere salvifico della creazione intellettuale e ripropone l’armonia, discussa nel famoso Trattato da Leonardo da Vinci, tra poesia e pittura: entrambe, in modi diversi e comuni raccontano della grazia e descrivono la bellezza nelle sue molteplici e incantate sfaccettature.
Le cromìe che intrecciano le forme, le texture materiche dei fondi che emergono ad inglobare narrazioni realistiche o visionarie, i profili appena suggeriti che sfuggono nei chiaroscuri sono, per l’autrice, ispirazioni costanti per la sua poesia, iconografie tradizionali o estremamente avanguardistiche divengono fondamentale impulso, primo battito d’intuizione nella stesura delle sue rime.
I contenuti dell’opera di Emanuela godono di un respiro che spazia, vaga e si diffonde ed è memore della superba beltà delle montagne e delle valli che l’hanno vista bambina, luoghi natali e panorami sublimati in metafore e allegorie che impreziosiscono di suggestioni le parole.
Bella e serena la notte nei versi segreti e donati, evocatrice di una dimensione ove regna, al contempo, l’amore mistico e sensuale, il bacio desiderato e conquistato, il vento che sussurra memorie e lambisce la pelle, gentile, sfuggente e libero come l’autrice.
Gli echi malinconici e dolci della poesia di Alda Merini si riscontrano nel tema della mancanza e del sottile dolore della sua essenza, quando Emanuela, nell’anelito del superamento degli ostacoli, dei confini e dell’oltre, nomina la scalata e la fatica insita nell’ascesa, nel superamento delle ferite. Il sentimento amaro del dolore, la sua comprensione, la stessa conquista del limite è ambizione temeraria e compito arduo, può implicare la caduta che, se avviene, nell’autrice, muta e si trasfigura, si scioglie nel volo e termina nell’abbraccio.
Nei versi di Emanuela le lacrime sono cariche di luce, come gocce di rugiada riflettono il sole, sono preziose perle traslucide di percorsi individuali e come tali racchiudono una storia,
posseggono un sapore, sanno di sale, come l’acqua del mare, come l’infinito.
Questo senso di assoluto e di sublime parte dal cuore, si espande e si conclude in una ricercata, voluta dissoluzione dell’anima che anela la con-fusione con la dimensione dell’amore, così, il cerchio si chiude, tutto ritorna al suo nascere, alla scintilla primaria che resta sempre la passione e la vita.
Recensione di: Antonella Nigro